Gli architetti del cimitero - Cesare Costa
Cesare Costa (Pievepelago, 1801 – Modena, 1876)

Cesare Costa inizia la sua formazione al disegno durante gli anni di studio presso il ginnasio di Mirandola, sotto la guida di Giacinto Paltrinieri, abile incisore e architetto in buona parte autodidatta. Frequenta quindi l'Università di Modena, in particolar modo i corsi di filosofia e matematica, e si laurea in ingegneria per acclamazione nel 1822. l primi incarichi professionali sono un tirocinio presso l'Ispettoria generale d'acque e strade e la partecipazione ai lavori nell'osservatorio astronomico di Modena.
Nel 1826 inizia una lunga e proficua attività didattica, dapprima come professore di algebra, geometria e fisica nelle scuole di Carpi e, dal 1828, come docente di matematica pura e applicata all'università di Modena, presso la sede della reale scuola dei cadetti matematici pionieri. Durante gli anni del ducato estense, Cesare Costa riceve numerosi incarichi pubblici e fa parte della commissione di ornato e di quella dei pesi e delle misure. Assume la cattedra di meccanica razionale dell'università dal 1848 al 1866, anno in cui lascia l’insegnamento, pur continuando ad occupare ruoli decisionali nella vita dell’istituzione, come la carica di preside della facoltà di scienze fisiche, matematiche e naturali della stessa università, che aveva accettato nel 1864.
Nel 1844, Cesare Costa riceve dal duca Francesco IV l’incarico di realizzare un edificio con diverse funzioni a ridosso delle mura cittadine, trasformate in una gradevole passeggiata in quota. Al piano nobile dispone un caffè letterario con un’ampia terrazza affacciata sulla passeggiata e sopra alcune abitazioni; oggi nell’edificio ha sede la Prefettura cittadina. Inizia così una carriera da architetto che gli riserva numerose soddisfazioni, come la realizzazione del Teatro (oggi Valli) di Reggio Emilia nel 1851 e la costruzione del cimitero di San Cataldo a Modena (1854-1858), quello della chiesa di San Celestino a Castelnuovo Rangone (1856-1865) e della chiesa Plebana di Santa Maria Assunta a Pievepelago (1868-1871).
Parallelamente conduce un’intensa attività di ricerca scientifica documentata dalle numerose pubblicazioni, presentate in occasione di conferenze presso l'Accademia di scienze, lettere e arti di Modena. Gli argomenti di interesse spesso riflettono le ricerche condotte in fase di progetto: ad esempio numerosi studi sono dedicati alla costruzione di fornaci di laterizio, e si può osservare con quale maestria sa impiegarlo. Diversi lavori si occupano di pozzi artesiani e idraulica ed è noto che il problema della gestione delle acque era centrale nelle fondamenta del San Cataldo. Si ricordano, tra gli altri, gli scritti: Giudizio accademico sopra una macchina inventata dal conte Stefano Sanvitali per tagliare legno in sottilissimi fogli (1841); Ragguaglio delle fornaci laterizie a riverbero, con notevole risparmio di combustibile, eseguite dal conte Claudio Bentivoglio in Collegara (1841); Rapporto accademico intorno ad altre perfezionate fornaci laterizie del sig. Luigi Corbelli di Reggio (1843); Sulla costruzione dei bacini di carenaggio (1853); Progetto di fornaci di laterizio con risparmio di combustibile (1854); Rapporto accademico sul sistema di fornaci del sig. Giovanni Sacchelli (1855); Scavi in Modena nella casa Cornia in via Luchina (1859); Notizie sui pozzi modenesi (1861); Cave di serpentini nella montagna modenese (1863); Ortografia e iconografia dei sepolcri romani scoperti nel 1858 e 1862 nella casa Poppi, contrada Posta Vecchia (1865); Nuova tromba per alzare l'acqua nei Piani delle case (1868).
Cfr. Ezio Godoli, Cesare Costa, in Dizionario Biografico degli Italiani, v.30, Treccani, Roma 1984.