Gli architetti del cimitero - Aldo Rossi

Aldo Rossi (Milano, 1931 – Milano, 1997)

 

Formazione

Aldo Rossi si forma alla facoltà di Architettura del Politenico di Milano, dove si laurea nel 1959 con relatore Piero Portaluppi, ma già dall’anno prima entra negli studi degli architetti Ignazio Gardella e Marco Zanuso. Nel 1960 partecipa alla Triennale di Milano, prima mostra tematica che Rossi declina sviluppando un’affezione per il progetto delle periferie urbane, a cui da allora dedica particolare attenzione. Con Leonardo Ferrari costruisce il primo edificio, villa Ronchi (1963), mentre inizia una fiorente carriera accademica affiancando Ludovico Quaroni ad Arezzo e Carlo Aymonino allo IUAV di Venezia.

Scritti

Al Politecnico di Milano, Rossi incontra Ernesto Nathan Rogers che lo invita a collaborare con Casabella (1955-64). La prima pubblicazione che porta a Rossi l’attenzione internazionale è L’architettura della città (1966), divenuto in breve tempo uno dei libri più studiati e discussi del settore. Partecipa alle redazioni di Società e Il contemporaneo, diventando una voce attiva del dibattito culturale: molti articoli pubblicati su queste testate confluiscono nel volume Scritti scelti sull'architettura e la città 1956-1972 (1978). Dagli anni Sessanta fino ai Novanta compila con costanza la serie dei Quaderni azzurri: appunti di viaggio e osservazioni personali, oggi conservati presso l’archivio del Ghetty Institute di Los Angeles.

Collabora con prestigiose università internazionali, come l’ETH di Zurigo, l’Istitute for Architecture and Urban Studies di New York, la Cooper Union, la Cornell University, e soprattutto l’MIT di Cambridge, che gli permette di pubblicare A scientific autobiography (1986), secondo grande successo editoriale.

Progetti

Ottenuta la cattedra di Caratteri distributivi degli edifici al Politecnico di Milano, vince il concorso per il progetto della piazza municipale di Segrate (1965-1967), con il Monumento alla resistenza. Tra il 1968 e il 1973 progetta una stecca residenziale popolare nel complesso Monte Amiata al quartiere Gallaratese di Milano, su masterplan di Carlo Aymonino. Seguono i progetti per la scuola elementare di Broni (1969-1971), per l’ampliamento del cimitero di San Cataldo a Modena (1971-1978) e per l’immagine a stampa della Città analoga, divenuta simbolo di una stagione progettuale in bilico tra lavoro intellettuale e pratica progettuale. Alla prima Biennale di Architettura di Venezia nel 1980 presenta il Teatrino Scientifico, un volume in legno che fluttua sull’acqua della laguna.

Con la Cappella Molteni (1980-87) al Cimitero di Giussano si consolida il sodalizio con Luca Meda e si avvia la carriera di Rossi come designer per il gruppo Molteni, per cui realizza il divano Capitolo (1981), le sedie Teatro (1983) e Milano (1987). Con la stessa azienda realizza alcuni degli arredi dei suoi progetti di architettura, come il Teatro Carlo Felice di Genova (1988) e il Bonnefantenmuseum di Maastricht (1990-1994). Per Alessi disegna i servizi Tea & Coffee Piazza (1983) e le celeberrime caffettiere La Conica (1984) e La Cupola (1988), che si ispira alle forme del Brunelleschi a Firenze.

Apre uno studio associato a New York e progetta l’albergo Il Palazzo a Fukoka (1987), le case unifamiliari a Mount Pocono (1988) e il Centre International d’Art et du Paysage di Vassivière (1988).

Raggiunta ormai la fama internazionale, nel 1990 è il primo architetto italiano a ricevere il prestigioso Pritzker Architecture Prize. Negli anni seguenti si dedica alla progettazione di complessi architettonici in tutto il mondo. Muore nel 1997, senza poter terminare il suo progetto per la ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia, che era stato distrutto da un incendio l’anno precedente.

 

Link ad articoli di approfondimento:

https://www.domusweb.it/it/progettisti/aldo-rossi.html